Avete presente quando un libro esercita su di voi un certo fascino? E non riuscite a spiegarvi perché lo state divorando in poco più di una settimana? Ecco, è proprio quello che mi è successo leggendo Fiesta. È il primo romanzo di Hemingway che leggo, ma ora so per certo che ne leggerò tanti altri.
Autore: Ernest Hemingway
Edizione: Mondadori
Anno: 1999
Pagine: 288
Trama
Jake Barnes, a causa di una ferita di guerra, è impotente, ed è tormentato dall’impossibile storia d’amore con Lady Brett Ashley. L’amico Robert Cohn, ex campione di boxe e scrittore, riceve continue umiliazioni dalla moglie Frances e una sera s’infatua di Lady Ashley.
Jake organizza un viaggio in Spagna con l’amico Bill Gorton, ma si uniranno anche Lady Ashley, il futuro marito Mike Campbell e Robert Cohn. La vacanza è all’insegna del riposo e della riflessione, fin quando non arriva la fiesta di San Firmin a Pamplona. Qui l’equilibrio tra i cinque amici si spezzerà.
Analisi
The Sun Also Rises, Fiesta, uscì nel 1926. Fu ispirato dalla visita dello scrittore in Spagna, alla Fiesta di San Firmin di Pamplona. Hemingway s’innamorò di questo paese e tentò di ricostruirne le atmosfere nel libro.
Tutto iniziò poco più di un anno prima. Nel 1925 alloggiò con la moglie in un hotel frequentato da matador e “afictionados”, gli esperti delle corride, e al gruppo di amici si era unita Lady Duff Twysden, trentaduenne compagna di Pat Guthrie. Non è difficile intuire che quest’eccentrica donna viene riportata nel romanzo con il nome di Lady Ashley, di cui il protagonista Jacob Barnes (che ricorda Hemingway stesso) è innamorato.
La vacanza non ebbe un lieto fine: nel gruppo di amici ci furono delle tensioni, in particolare tra Hemingway e Harold Loeb, entrambi affascinati dalla donna. Al tempo, all’insaputa di tutti, la stesura del romanzo era ormai stata avviata.
Tra i possibili titoli, Hemingway aveva incluso The Lost Generation, La Generazione Perduta, secondo un’affermazione di Gertrude Stein. È proprio una generazione perduta quella che leggiamo e che ha ispirato gli studenti nei college del tempo. Dopo che il mito della guerra si era sgonfiato, l’America viveva il boom economico, ma giovani come Jake e Lady Brett trascorrevano le loro sere all’insegna dell’alcol, come se avessero perso il senso della vita e nessuna avversità quotidiana potesse essere paragonata allo scempio della guerra.
L’atmosfera che si respira è quella malinconica del protagonista, del suo amore platonico, e della sua vita ormai condotta in meditazione con qualche piccola gioia datagli dalla natura e dalla fiesta. Sono rimasta affascinata dai dialoghi: quasi sempre brevi che, nella loro semplicità, mostravano molto più di quanto non dicessero. Frasi brevi e incisive, sicuramente una deformazione professionale derivante dal mestiere di giornalista che Hemingway svolse presso alcune testate. Hemingway si avvale di una lingua semplice, ma allo stesso tempo energica, che conferisce tensione all’azione. Siamo sempre accanto al protagonista a sperare che l’amore vada oltre quella maledetta ferita di guerra. Verremo tratti in inganno e, infine, risucchiati da un vortice di illusioni.
Bella recensione. Mi hai convinta. Ce l’ho da un po’ sulla libreria che mi aspetta. Lo leggerò per la mia recensione del classico di maggio.
Mi fa piacere ti abbia convinta! Spero ti piaccia! Leggerò volentieri la tua recensione 😀
Grande Ernest!!!
[…] che, anche solo per una sera, si sono ritrovate al fianco di Hemingway e Fitzgerald. Sia il precedente libro recensito che questo, descrivono le atmosfere della società dopo la prima guerra mondiale, tra i giovani […]
[…] L’angolo del libro: Fiesta […]
Frances non è la moglie di Robert.