Tredici interviste, tredici autori contemporanei che scelgono di mescolare fiction e non fiction interpellando personaggi del passato. Anche Dan Crowe, che ha curato al raccolta, si è sorpreso nell’accorgersi che la sua idea non era per niente originale.
Nei precedenti cita Luciano di Samosata autore dei Dialoghi dei morti (discorsi di dei ed eroi della mitologia greca) fino ad arrivare ai pamphlet a scopo politico che vedevano protagonisti personaggi della politica del tempo alle prese con il mondo ultraterreno.
Le interviste che erano comparse su Zembla, la rivista fondata da Crowe, vengono proposte in Italia da 66thand2nd e la loro peculiarità sta proprio nell’impossibilità di identificare un genere. Sebbene vengano in mente precedenti illustri come i dialoghi socratici, dove è il genere stesso a suggerirci la funzione filosofica prima che d’intrattenimento, in Interviste con il morto ce ne allontaniamo per sconfinare nel campo della fiction.
Gli autori contemporanei attingono all’immaginario collettivo delle personalità illustri per creare nuovi personaggi.
E i risultati sono a dir poco esilaranti se pensate a un Andy Warhol annoiato dai momenti di gloria che tutti vivono, democraticamente, una volta passati a miglior vita (altro che quindici minuti di celebrità, lì sarà per la vita eterna Andy!).
Oppure Henry James che di fronte alle accuse di misoginia e omosessualità da parte di una giornalista troppo invadente, si ritira nella sua intimità invece che confessare i propri peccati.
T: Secondo lei gli americani sanno chi è Richard Nixon?
RN: Non sono uno che ama mettersi in mostra. Siamo diventati una nazione di individui che vivono solo per dar fiato alla bocca – che vogliono andare in tv per vuotare il sacco. Non sarò mai quel tipo d’uomo. Lo trovo un comportamento indecoroso. Detto ciò, sono uno a cui piace divertirsi. Sono stato al Jack Paar Show e ho partecipato al Laugh-In, ho detto: «Su, avanti, colpisci».
(Interviste con il morto, pp. 82-83)
Un personaggio scottante come Nixon che rivela il suo lato più umano (e questo mi ha fatto pensare al presidente Johnson così come ritratto da Wallace).
Chi avrebbe mai detto che il Marchese de Sade è proprio quello che immaginiamo? Dai gusti eccentrici, ma profondamente convinto dei suoi ideali:
MDS: Oh creature incantevoli, sarete libere! Le donne sono
dotate di una predilezione per i piaceri carnali molto più violenta della nostra. Nella mia società ideale alle donne sarebbe permesso di abbandonarsi al piacere, finalmente libere dai soffocanti legami familiari, dal falso concetto di decoro – finalmente ricondotte a uno stato di natura. Voglio leggi che permettano alle donne di concedersi a quanti uomini ritengono opportuno. Vorrei anche una legge per cui tutte le donne debbano concedersi a qualsiasi uomo le desideri. Glielo dobbiamo, è giusto che abbiano gli stessi diritti.
Ciò che stupisce e conforta è la ricchezza di un tema vuoto dal punto di vista esperienziale, come la morte.
Si dice che con la morte si veda scorrere tutta la vita davanti, ma nelle interviste ai defunti non c’è nessuna costrizione a voler ritrattare quello che sono stati. Nessun rimorso.
«Tutti parliamo con i morti» dice Dan Crowe nell’introduzione, ci siamo chiesti perché? Probabilmente non vorremmo neanche delle risposte. Vorremmo assicurarci di essere ancora noi stessi dopo la separazione dalle cose terrene, vorremmo essere sicuri di non aver dimenticato niente dall’altra parte, ma, soprattutto, vorremmo essere capaci di vivere attraverso le parole.
Ciò che bramiamo è la parola, scritta o orale che sia, l’unica che possa renderci immortali.
Autore: a cura di Dan Crowe
Editore: 66thand2nd
Anno: 2015
Traduzione: Stella Sacchini
Pagine: 208
Prezzo (cartaceo): € 18
Prezzo (ebook): € 8,99