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Alice Munro: riempire gli spazi del tempo

Maestre del racconto è una rubrica che congiunge scrittrici e racconti. Si vedrà come suggestioni racchiuse in poche pagine si coniugano con la vita e la scrittura di queste donne. Non si parla di scrittura di genere – se mai esiste non sono in grado di distinguerla. Qui si giudicano i libri, i racconti, l’importante è la verosimiglianza e la capacità di suscitare un fenomeno lontano e complesso come l’empatia.

In quella sfuggente definizione di racconto che sto cercando di rincorrere con la rubrica sul racconto femminile appare naturale pensare alle short stories come a narrazioni malleabili che, allo stesso tempo, sono incardinate in norme stabilite da chi scrive sotto lo sguardo attento della brevità.

E, come se non fosse abbastanza difficile definire narrazioni in prosa con tali peculiarità, non è facile neanche trovare una spiegazione adatta a un aspetto che le caratterizza. Brevità per tempo di lettura? Brevità dello stile? Brevità per lunghezza del testo? O brevità per quanto tempo è in grado di includere in poche pagine?

Per In fuga di Alice Munro sceglierei quest’ultima. Otto racconti che giocano sulla linea del tempo, spesso seguendo uno svolgimento ben preciso. L’incipit è la fine del racconto, dove i personaggi vengono introdotti nelle prime frasi, completi, con il loro bagaglio di passato. Un espediente noto che, però, rende sempre intrigante scoprire il racconto proprio per sapere come si è arrivati fino a quel punto.

Affinché questo patto con il lettore si avveri, la Munro procede gradualmente costruendo, pagina per pagina, un decalogo completo dei suoi personaggi: donne, splendide nella loro complessità, attorniate da uomini, meno definiti e più passivi nella narrazione.

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Io e il villaggio, Marc Chagall

Il giudizio della scrittrice si annulla, se non per anticipare alcuni sviluppi futuri, e lascia che a parlare siano le età della vita, non legate necessariamente al passare degli anni ma a quei pensieri, alle decisioni che segnano un traguardo, nel bene e nel male, della crescita interiore.

Come Carla, la protagonista del primo racconto, intrappolata nell’amore brusco e infelice del marito Clark, relegata nell’isolamento della gestione di un maneggio. Come unica amica ha un’anziana vedova che, per lei, nutre sentimenti tra l’affetto genitoriale e l’infatuazione, e cerca di aiutarla nella fuga. L’epilogo arriva con la stessa rapidità con cui Carla segnerà la sua vita, per sempre.

Se vogliamo parlare dello scorrere del tempo, degli anni dei protagonisti, In fuga sembra essere fondato su questo: il ritorno, una volta maturi, nei luoghi e nei sentimenti dove ancora si era acerbi. E il racconto si presta bene a comporre dei piccoli romanzi, senza avere la lentezza di parti poco significative ma concentrandosi su quelle che contano. Provate a individuare i tanti momenti fondamentali della vita, quelli che solo la vostra persona futura riconosce come fondanti, e metteteli per iscritto.

Fatalità, Fra poco e Silenzio, sono l’esperimento più interessante della raccolta: tre racconti per la stessa protagonista, Juliet, ritratta da ragazza nubile che conosce l’amore, da madre e, infine, da donna che si avvia alla vecchiaia. La forza dell’istintività giovanile si trasforma in una maggiore riflessività quando deve prendersi cura di una figlia e riallacciare i rapporti con la madre e si completa quando giunge alla fermezza della vita adulta. Istantanee della metamorfosi di Juliet, sempre precise nel modo di delineare il personaggio, che ne approfittano per trasporla in altri luoghi e tempi.

La splendida natura canadese, descritta alla perfezione con i colori e i nomi della vegetazione che la decorano, è imponente, impassibile ed entra a far parte dell’idea di casa e abitudine. Come anche il cambiamento inevitabile di stili di vita e il ricambio generazionale che alcuni si ritrovano a vivere.

Le donne della Munro sono dotate di una forza incredibile, come la stessa Juliet che considerava i suoi genitori unici, di larghe vedute, e li scopre, invece, miseri nella loro umanità quando sostengono la necessità di un matrimonio per ufficializzare l’unione di due persone. Fardello che aleggia come una eco nel paese dove è cresciuta.

La modernità di una grande città, con i cambiamenti già evidenti da anni, non conta contro le piccole realtà che esercitano ancora un’influenza schiacciante su chi si trova a viverle. Rompere la rigidità delle convenzioni è uno dei motivi della forza delle protagoniste che, per questo, rischiano la solitudine anche per il resto della vita.

Nel paese dove abitava le ragazze si legavano seriamente a qualcuno entro la fine del liceo; alcune neppure finivano la scuola, per sposarsi. Quelle di buona famiglia, ovviamente – le poche i cui genitori potessero permettersi le rette di un college – erano incoraggiate a prendere le distanze dal fidanzatino di turno a scuola prima di trasferirsi e mettersi in cerca di partiti migliori. I giovanotti scaricati trovavano subito qualcuna pronta ad approfittare, e alle ragazze che non si erano mosse con sufficiente tempestività restava ben poca scelta. Oltre una certa età, quasi tutti i nuovi arrivati tendevano a presentarsi con tanto di moglie al seguito.

(Alice Munro, dal racconto Scherzi del destino, In fuga, traduzione di Susanna Basso, Einaudi, 2004, p.230)

Philia, eros e agape, tre tipi di amore esplorati a pieno nella raccolta e che, insieme alla mitologia, ispireranno i sentimenti amorosi delle protagoniste. In Passione l’amore platonico sfiora l’erotismo quando Grace ricorda la sua adolescenza, passata nella casa della famiglia che l’ha quasi adottata e quando ha conosciuto il fratello di quello che doveva essere il suo futuro marito. In Rimetti a noi i nostri debiti una bambina assorbe le ansie dei genitori e, venuta a conoscenza di un segreto, sarà sempre più coinvolta nell’amicizia con una strana donna delle pulizie che la prenderà sotto l’ala tanto da farle credere di essere stata adottata.

L’unica cosa che avrei voluto in più è una maggiore cura nella definizione degli uomini che spesso rivestono ruoli fondamentali, ma scompaiono durante la narrazione e non hanno la stessa profondità delle controparti femminili.

Per il resto In fuga è una raccolta che sfrutta le potenzialità del racconto per creare spazi temporali distinti e uniti dalla stessa storia. Tutto quello che sarebbe stato superfluo in un romanzo è eliminato in favore di paragrafi che racchiudono una vita. Brevità per raccontare più storie, brevità che include l’esistenza, ecco un altro punto a favore dei racconti.

in fugaAutore: Alice Munro

Traduzione: Susanna Basso

Editore: Einaudi

Anno: 2004

Pagine: 316

Prezzo (cartaceo): € 18

Prezzo (ebook): € 6,99

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8 commenti

  1. Adoro la Munro, specie “Dear life”, il suo testamento artistico e biografico che contiene il mio racconto preferito, “To reach Japan”

    1. È stata una bella scoperta. La Munro ha scritto tanto e sono felice di poterla approfondire con le prossime letture!

  2. Il racconto non è il genere lettario che preferisco, ma la Munrlo la adoro!

    1. Ho un debole per i racconti, spero di farli piacere un po’ di più con questa rubrica 🙂

  3. […] Munro, dal racconto Passione, In fuga, traduzione di Susanna Basso, Einaudi, […]

  4. […] Berlin, Alice Munro, Dorothy Parker, Lorrie Moore, esponenti del racconto femminile che inizia a prendere forma. Lo […]

  5. […] stile Munro: si parla di passato, rancori non risolti, amori buoni e cattivi. Da quando ho letto In fuga aspetto di ritrovare racconti calibrati all’indietro, che iniziano con la fine e vanno […]

  6. […] segreto di Alice Munro, di Paolo Cognetti Riempire gli spazi del tempo, dal sito Il mondo urla dietro la porta Liliana Rampello intervista Marisa Caramella Alice Munro, […]

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